Il documentario racconta i luoghi intorno a Roma usati come set nei film di genere italiani degli anni ’60, veri “studios naturali” del cinema low-cost. Attraverso testimonianze e confronti, celebra l’ingegno e la creatività che resero il cinema italiano un fenomeno mondiale.
La Monument Valley americana è stata il territorio dove si sono girati tantissimi western, fino a diventare con le sue montagne arrotondate dai venti e le immense praterie, una sorta di luogo mitico per gli appassionati del cinema americano. Ma anche il cinema italiano ha avuto le sue Monument Valley, che gli esperti sanno riconoscere nei film più diversi. Le dune sabbiose di Tor Caldara nei pressi di Anzio, scoperte da Mario Bava, ma presenti nei film più disparati, da Io sono un autarchico di Nanni Moretti all’ultimo film di Checco Zalone, diventando indifferentemente il Texas, il Medio Oriente, il rifugio di Diabolik, persino la Luna per Franco e Ciccio. Lo stesso è avvenuto per i monti della Tolfa, per i boschi di Manziana e di Ronciglione, le cascate di Monte Gelato e i castelli di Balsorano. Sono tanti i luoghi nei dintorni di Roma che appaiono sullo schermo: dovevano essere a non più di sessanta chilometri dalla capitale per evitare di dover pagare la diaria alla troupe, quindi nel Lazio. Un viaggio nei luoghi dei sogni a prezzi contenuti che hanno contribuito a rendere grande il nostro cinema, e al tempo stesso la riscoperta di luoghi bellissimi.










